Entro la fine del 2018 dovrebbe essere testato un impianto in grado di riprodurre le funzioni del rene, in caso di risultati positivi esso potrebbe diventare la salvezza per le persone colpite da una malattia renale cronica.
I reni hanno la funzione di rimuovere le tossine dal sangue e controllare l’equilibrio dei liquidi corporei, non appena la capacità dell’organo di svolgere queste funzioni scende sotto il 15%, si presenta l’Insufficienza Renale.
Ad oggi le uniche soluzioni al problema sono il trapianto e la dialisi, il primo risulta complicato a causa delle lunghe liste d’attesa, la seconda risulta ancora scomoda a causa degli spostamenti che le persone devono effettuare per arrivare in ospedale.
Alcuni ricercatori dell’University of California di San Francisco, hanno sviluppato negli ultimi 20 anni il rene artificiale. L’impianto è costituito da due componenti: dei filtri per separare le varie sostanze nel sangue ed un “bioreattore” che trasferisce questi al sangue o alla vescica per l’eliminazione, il tutto contenuto dentro una scatola rivestita di una pellicola di materiali sicuri per l’organismo.
Tramite dei filtri di silicio l’impianto consente di rimuovere i rifiuti del sangue, il quale successivamente attraversa il bioreattore, realizzato con cellule renali vive coltivate in laboratorio, in questo modo viene pulito e reimmesso in circolazione.
Dopo alcune difficoltà i ricercatori ritengono che tra pochi mesi saranno in grado di testare il dispositivo sugli essere umani, impiantandolo come un vero trapianto.
Il professore di anatomia sperimentale all’University of Edinburgh e ricercatore del Kidney Research UK, Jamie Davies ha ricordato come il dispositivo non sia ancora pronto al momento, per cui oggi è fondamentale promuovere la prevenzione e la donazione.
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