Capire come il rene nuovo discute con il nuovo corpo
Attualmente i trapianti di rene, che sono presenti a Bologna da moltissimi anni e che sono magistralmente realizzati sotto la guida del Prof. Stefoni, del Prof. Pinna e del Dr. Feliciangeli, rappresentano la migliore opzione terapeutica per l’insufficienza renale terminale.
Tuttavia, il rischio di incorrere nel rigetto dell’organo risulta essere elevato nei soggetti trapiantati a causa dell’attivazione del sistema immunitario nei confronti dell’organo trapiantato. La terapia immunosoppressiva è l’unica strategia per controllare l’attivazione immunitaria, la quale, sebbene controlli l’insorgere del rigetto, comporta alcune complicanze dovute all’uso continuato dei farmaci.
Ad oggi la migliore diagnosi di queste complicanze è rappresentata dalla biopsia renale, ma questa procedura presenta alcuni rischi e un’elevata invasività per il paziente. Recentemente, molti sforzi sono stati fatti per identificare nuovi strumenti diagnostici non invasivi per rimpiazzare la biopsia del trapianto, focalizzando l’attenzione principalmente sulla ricerca di biomarcatori, ovvero piccole molecole rilasciate dall’organismo nel sangue o nelle urine quando vi è una patologia in atto. La ricerca che stiamo conducendo, sotto il coordinamento del Prof. La Manna, prevede di identificare alcuni di questi biomarcatori avvalendoci di moderne tecniche di biologia molecolare. In particolare abbiamo deciso di studiare il contenuto di microscopiche vescicole di derivazione cellulare, chiamate esosomi, che sono state scoperte recentemente e che si è visto essere fondamentali per i meccanismi di comunicazione tra le cellule. In principio ci siamo focalizzati sull’isolamento di queste vescicole utilizzando una ultracentrifuga, essendo queste strutture molto più piccole di qualsiasi cellula.
Per osservarli, infatti, è stato necessario impiegare un microscopio elettronico e con tecniche molecolari abbiamo riconosciuto proteine tipiche di queste vescicole che ci hanno permesso di garantirne la corretta purificazione.
Dopodiché si è provveduto ad analizzarne il contenuto, identificando numerose proteine, grazie all’utilizzo di uno spettrometro di massa, strumento che è in grado di riconoscere molecole anche in piccolissime quantità. In maniera analoga abbiamo anche identificato la presenza di materiale genetico, che è parimenti importante come biomarcatore e indicatore di salute dell’organismo. Questo è un progetto molto ambizioso e complesso che coinvolge numerose persone per ogni aspetto della ricerca. Grazie agli sforzi dedicati nell’ottimizzare queste tecniche siamo ora in grado di affrontare l’imminente sperimentazione che prevede l’analisi di campioni ottenuti da siero e urine di maiali trapiantati, per valutare le condizioni di rigetto del rene e di tossicità da farmaci immunosoppressori.
Federica Tomassoni e Federico Zacchini Giovani
Ricercatori del Centro di Ricerche Biomediche Avanzate dell’Università di Bologna