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Donare un rene, nessun problema per una futura gravidanza

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Donare un rene, nessun problema per una futura gravidanza

Ogni anno, in tutto il mondo, quasi 30.000 persone scelgono di donare in vita un loro rene e molte di queste sono giovani donne.

I ricercatori dell’Istituto per le Scienze Cliniche della Western University of Ontario (Canada) hanno cercato di determinare se donare un rene da vivente possa avere qualche effetto sulle future gravidanze.

Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, in particolare ha voluto indagare se la maggiore probabilità di avere diagnosticata l’ipertensione gestazionale o la preeclampsia, nelle donatrici di rene rispetto alle non donatrici, avesse un riscontro nella pratica clinica.

La preeclampsia, nota anche come gestosi, è una sindrome caratterizzata dalla presenza, singola o in associazione, di segni clinici quali edema, proteinuria o ipertensione in una donna in stato di gravidanza e rappresenta una condizione patologica che può portare a gravi complicazioni (anche mortali) per la madre e per il bambino.

Lo studio retrospettivo di coorte ha esaminato le donatrici di rene da vivente rimaste incinte raffrontando il decorso delle loro gravidanze con quello di donne non donatrici abbinate per simili condizioni di buona salute. Ottantacinque donatrici in gravidanza sono state messe a confronto in un rapporto di 1:6 con 510 gravidanze di non donatrici di 5 centri di trapianto dell’Ontario tra il 1992 e il 2009. Il follow-up di tutto il campione si è protratto fino al marzo 2013.

I ricercatori sottolineano che mentre a livello probabilistico le donatrici di rene avevano più probabilità di sviluppare condizioni di ipertensione gestazionale o preeclampsia (1 su 10) rispetto alle non-donatrici (1 probabilità su 20), nella realtà non sono state osservate altre differenze tra i due gruppi, neanche con riguardo a esiti materni e fetali.

Nello specifico, non sono state osservate differenze significative tra le donatrici e le non donatrici rispetto ai tassi di nascita pretermine (8% e 7%, rispettivamente) o il basso peso alla nascita (6% e 4%, rispettivamente). Nessuna donatrice è andata incontro a morte nè ha sperimentato situazioni di feto nato morto o decesso neonatale. La maggior parte delle donne che avevano in precedenza donato un rene ha avuto gravidanze senza alcuna complicazioni dopo la donazione.

Negli Stati Uniti, il 60% delle persone residenti che ogni hanno donano un rene, è costituito da giovani donne. I risultati di questo studio sono molto importanti perché rassicurano sul fatto che la maggior parte delle donne donatrici studiate ha avuto gravidanze senza alcuna complicazione dopo la donazione di rene e la maggior parte di loro non ha avuto alcuna esperienza d’ipertensione gestazionale o preeclampsia durante la gravidanza.

La donazione di rene da vivente rimane un’importante opzione di trattamento per l’insufficienza renale allo stadio terminale che, oltre ai vantaggi per numerose famiglie, ha ricadute altrettanto rilevanti per la società.

Questi risultati, oltre che rassicurare la popolazione femminile sulla sicurezza della donazione anche in prospettiva di una futura gravidanza, possono essere utilizzati per le linee guida di pratica clinica e nelle politiche di consenso informato che fino ad oggi non hanno affrontato il potenziali impatto della donazione di rene nelle donne che desiderano avere gravidanze future.

Tra i commenti che si leggono dopo la pubblicazione dello studio si coglie la testimonianza di una giovane donatrice che afferma: “La mia preoccupazione principale prima di donare un rene era che la donazione avrebbe potuto avere qualche effetto sulle mie future gravidanze: sono felice di sapere che la maggior parte delle donne, come me, non avrà problemi durante la gravidanza anche se ha donato un rene e potrà avere bambini in perfetta salute”. L’autrice del commento, Betty Clarke, ha donato un rene a un parente al London Health Sciences Centre e ha avuto successivamente due figli sani con gravidanze tranquille.

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