Lo scorso 27 settembre 2018 un giudice del Tribunale di Roma ha condannato un azienda ospedaliera al risarcimento di quasi 10 mila euro a un paziente che dopo un intervento chirurgico aveva contratto un’infezione ospedaliera, con conseguenti ulteriori interventi chirurgici.

Al termine di un intervento di impianto di valvole meccaniche in posizione aortica e mitralica previa resternotomia mediana il paziente in questione venne suturato con punti metallici sullo sterno e piani superficiali.

La stessa infezione, Corynebaiterium Amyiolatum, è stata curata con terapia antibiotica mirata e con la Vac-therapy. Purtroppo dopo un anno l’infezione si è ripresentata ed il paziente si è dovuto sottoporre ad un nuovo intervento chirurgico per la rimozione dei fili metallici della sternotopia.

Il paziente stesso ha denunciato non l’intervento stesso ma la sopraggiunta infezione che lo ha costretto a diversi interventi, tramite perizie e consulenze il giudice ha concluso come il batterio risultasse di origine ospedaliera causata da una noncuranza delle linee guida in materia.

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