BOLOGNA - “Non ne potevo più di vederla in dialisi”. A 79 anni (ne compirà 80 il prossimo gennaio) la signora Romana Venzi, romagnola di Forlimpopoli, ha donato il suo rene destro alla figlia Carmen, che di anni ne ha 61. L’operazione è stata eseguita al policlinico Sant’Orsola di Bologna ad aprile ed è andata bene. Pochi giorni dopo l’intervento, per lo spavento dei medici, la generosa mamma è voluta tornare subito a casa perché aveva delle commissioni urgenti da sbrigare: l’hanno trovata a zappare l’orto e fare lavatrici.
In precedenza, la figlia aveva già subito un trapianto ma l’organo non era più d’aiuto causando la necessità di ricorrere alla dialisi, per questo motivo la madre ha deciso di proporsi per il trapianto renale avvenuto con successo.
Il chirurgo che ha eseguito il trapianto, il Dott. Matteo Ravaioli ha affermato come di seguito: “Non è frequente che a 80 anni si doni un rene, l’età del donatore è una variabile importante ed è un intervento delicato. Casi come questo in Italia sono pochissimi. Però i trapianti da vivente sono importantissimi, tutti potremmo donare. La medicina ha fatto passi avanti con ottimi risultati”.
Il primario di Nefrologia al policlinico, il Prof. Gaetano La Manna ha inoltre dichiarato: “Quando si trapianta da vivente, la durata dell’organo raddoppia. Anche dopo una certa età. Per i medici è una responsabilità importante e bisogna dare garanzie, per fare queste cose ci vuole competenza nel valutare il donatore perché sia garantita alla ricevente una vita adeguata. Ma è la strada maestra. La responsabilità del mio reparto è far sì che l’atto chirurgico diventi duraturo”.
Ogni tanto ci capita di sentire storie incredibili, dal lieto fine, ma raramente capita di sentirne come questa. Il trapianto, pratica di estrema importanza e complessità, è spesso l’unica soluzione per determinate patologie. Lo sa bene l’eccellente equipe trapianti del policlinico Sant’Orsola, da anni all’avanguardia sul punto, con cui ci congratuliamo per l’operato.
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